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Perché un disco abbia significato per me deve avere una ragione personale. Da quando ricordo di avere scritto la prima canzone (intorno ai 12 anni) a oggi, ho sempre parlato con me stessa scrivendo di me e del mio mondo.
Inedito è il mio undicesimo album e pensare di avere scritto e/o interpretato già così tante canzoni a 37 anni mi fa sentire improvvisamente più responsabile nei miei confronti e in quelli del pubblico. Non è mai vero che chi ha successo può sentirsi tranquillo. L’inquietudine è data dall’incertezza che dà questo bellissimo dannato mio lavoro. Sono cresciuta con lui, viaggiando e mettendomi a confronto con tante culture, tante canzoni, tante facce.
E proprio dal confronto ho capito che non avevo voglia di una metamorfosi. Mi sono concessa il privilegio assoluto di stare ferma due anni: ho dedicato a me stessa tempo e riflessione regalandomi una vita più normale, più rilassata e più profonda a livello personale. Questa è la doverosa premessa per poter raccontare Inedito. Chi si aspettava un grosso cambio artistico non lo troverà. Non ho mai fatto scelte artistiche che non andassero di pari passo con il mio stato d’animo e oggi l’equilibrio che sento in parte di avere trovato in me è uno specchio sulla mia musica.
Ho la fortuna di avere vissuto molte emozioni e di avere conosciuto e quindi scritto le mie impressioni su ciò che ho sperimentato e ciò che desidero conoscere. Nelle canzoni di Inedito parlo di ciò che oggi è importante per me arrangiando le canzoni con uno stile pop per le canzoni più ottimistiche, rock per le canzoni più energetiche, orchestrale per le canzoni più intime. Al mio fianco ci sono tre ospiti importanti, italiani, amici: Ivano Fossati, Gianna Nannini e la scrittura delicata e sopraffina di Niccolò Fabi. Il resto delle canzoni le ho scritte personalmente insieme a Daniel Vuletic, Cheope, Paolo Carta e Niccolò Agliardi.
Non c’è bisogno di un grosso cambiamento per avere un’evoluzione. Non ce n’è stato bisogno per me come persona e quindi non lo è stato nemmeno per la mia musica. La coerenza non può essere superficialmente considerata mancanza di inventiva, anzi. Penso sia molto più difficile rimanere coerenti e rinnovarsi allo stesso tempo. Il mio nedito è il riassunto di queste due caratteristiche.
fonte panorama.it
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dadina87.
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Non c’è bisogno di un grosso cambiamento per avere un’evoluzione. Non ce n’è stato bisogno per me come persona e quindi non lo è stato nemmeno per la mia musica. La coerenza non può essere superficialmente considerata mancanza di inventiva, anzi. Penso sia molto più difficile rimanere coerenti e rinnovarsi allo stesso tempo.
concordo in pieno
grazie x l'articolo. -
ela22.
User deleted
grazie !! . -
.Non c’è bisogno di un grosso cambiamento per avere un’evoluzione. Non ce n’è stato bisogno per me come persona e quindi non lo è stato nemmeno per la mia musica. La coerenza non può essere superficialmente considerata mancanza di inventiva, anzi. Penso sia molto più difficile rimanere coerenti e rinnovarsi allo stesso tempo.
concordo in pieno
Concordo anh'io u.u
Grazie per l'articolo =D. -
chimbunda.
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Grazie. .